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  3. NASCONDERE NAGASAKI. Antologia Realista Terminale
di Redazione Mursia in nascondere nagasaki, poesia, realismo terminale, 10/novembre/2021

NASCONDERE NAGASAKI. Antologia Realista Terminale

NASCONDERE NAGASAKI
Antologia Realista Terminale
a cura di Beppe Mariano

RAGIONIAM DI LORO (E DI NOI)

HIROSHIMA E NAGASAKI

Nel Novecento si sono svolte due guerre mondiali con decine e decine di milioni di morti. In soli trent'anni. Molto peggio di quell'altra guerra pure trentennale… L'incidenza della tecnologia sull'attività bellica, dopo secoli di successi, ha avuto la sua gloria massima con lo sganciamento delle due bombe atomiche americane sulla popolazione inerme del Giappone. Nonostante Tokio e altre città fossero state pesantemente bombardate sul modello Dresda (chiedere notizie a Kurt Vonnegut, autore di "Mattatoio n.5", presente in città), i Giapponesi non cedevano, mostrandosi imparentati con la risolutezza dei kamikaze. Le due atomiche, l'una su Hiroshima l'altra su Nagasaki, possono rappresentare quella che si chiama, in vulcanologia, una faglia, capace di scatenare i terremoti.
Una faglia storica, ben capace di determinare una nuova "deriva dei continenti". La faglia deve aver inciso anche sulla struttura psicologica di un'umanità che per la prima volta si è resa conto di aver messo in pericolo la sua stessa esistenza. L'orrore e la paura sono stati i sentimenti più avvertiti. Il cinema e la letteratura non hanno fatto che ribadirlo. La stessa guerra fredda che ne è seguita è stata "bollente" proprio per l'ansia e le nevrosi a livello mondiale dovute alla continua e straziante minaccia, tra America e Unione Sovietica, di sganciare per primi la bomba, sapendo che altre sarebbero subito seguite, fino a cancellarci.
Hiroshima è stato dunque un evento millenario, in un certo qual senso il traguardo di una caina evoluzione umana. Quella che ho chiamato metaforicamente "faglia" potrebbe semplicemente chiamarsi “in-umanità”: secondo un concetto introdotto dallo storico Marco Revelli nel saggio "Umano Inumano Postumano", nel quale l'”in-umano”, secondo il saggista cuneese, si affermerebbe come categoria con l'olocausto.
Assunto ben condivisibile. A tale categoria in cui prevale, anzi trionfa grazie ad una tecnologia sempre più progredita e d’assalto, l'immagine di un'umanità caina, aggiungerei, come prosecuzione, l'evento stesso di Hiroshima e di Nagasaki. L'olocausto (vi includerei anche quello armeno e l'altro tuttora in progress dei Palestinesi o di altri che furono intrapresi nei Balcani e in Africa ) sembra concludere una fase che potremmo definire realistico-terminale dell'umanità. Allo stesso tempo inaugurano una nuova categoria, la "Postumanità", coincidente con l'era appena iniziata della robotica a integrazione o a sostituzione dell'essere umano, proprio perché nel tempo in cui viviamo la supertecnologia dominante sta molto indebolendo la risposta etica (non è un caso, come ha fatto notare Giuseppe Langella, che proprio le Olimpiadi giapponesi non abbiano rivolto la dovuta attenzione alla ricorrenza di Hiroshima). Temo che quando capiterà una nuova Hiroshima, seguiranno meno doglianze, meno condanne...
Riguardo all'etica vorrei aggiungere una considerazione. Non siamo riusciti, nonostante le buone premesse socio-filosofiche, a svilupparne adeguatamente una laica (l'Università di Torino con Bobbio e altri ne è stata un caposaldo) per cui se non fosse per quella religiosa la specie umana in virtù della tecnologia sarebbe già retrocessa a un primitivismo di ritorno: all'uomo contro l'uomo.
L'America ha molti record, non solo olimpionici: tra gli indubbi meriti, potrà sempre vantare quello d'essere riuscita a Hiroshima e a Nagasaki a fare il maggior numero di morti nella più breve unità di tempo, come ha fatto notare Guido Oldani. A questo primo, si aggiunge un secondo merito: l'aver fatto un numero incalcolabile, ma certamente enorme, di morti "differiti": quelli cioè che sono morti mesi e anni dopo per le conseguenze del nucleare. E sono questi anche i più sfortunati, perché oltre aver dovuto assistere all'orrore diretto dei funghi atomici, rivivendolo poi in un incubo costante di giorno e di notte, hanno sperimentato su se stessi il terribile disfacimento biologico. E ciò per generazioni intere. Ancor oggi credo nascano feti deformi…È vero che gli Americani con la consueta faccia tosta (quella dei gendarmi del mondo) si sono giustificati asserendo che aver costretto con le due atomiche il Giappone alla resa, invece di continuare nel conflitto, ha permesso che molte vite umane fossero risparmiate da entrambe le parti: dimenticando però volutamente di precisare che i morti delle atomiche, immediati e futuri, erano stati soltanto giapponesi e per lo più donne e bambini e vecchi (i giovani e gli uomini maturi erano in gran parte al fronte).
Riconosco che l'intervento degli Americani contro il nazifascismo è stato provvidenziale, decisivo per la salvezza dell'Europa. Abbiamo tuttavia pagato un alto prezzo di vite umane innocenti negli anni successivi, dovendo subire sul suolo patrio l'attività terroristica, variamente siglata, strategicamente messa a punto dai servizi segreti americani durante tutto il periodo della guerra fredda nonché dopo, oltre la morte di Aldo Moro e la dissoluzione dell'Unione Sovietica, impedendo di fatto - ancora recentemente con l'uso delle varie P2 (uno degli iscritti è stato presidente del consiglio per vent'anni),  massonerie, stragisti di Stato, mafie - un vero sviluppo democratico nel nostro paese.
Come può porsi il Realismo Terminale di fronte a tutte queste gravi asimmetrie dell'umanità, del suo sviluppo socio-politico? Credo sia giusto denunciarle e continuare a indagare le prossime che già si stanno avvistando... Ed è importante soprattutto tradurre la critica in poesia, o nell'arte in genere. Poesia che, scansando l'indignazione troppo dichiarata e la retorica di genere, può avere anche aspetti paradossali. Lo stesso Guido Oldani insegna che il paradosso è uno degli elementi linguistici più penetranti, capace - per quanto la poesia possa – di sovvertire. E di paradossi ve ne offro subito uno.
Il Novecento è stato per definizione il secolo breve, la cui fine, secondo Hobsbawm, coinciderebbe con la caduta del muro di Berlino. Secolo non soltanto breve, brevissimo, direi, perlomeno sotto l'aspetto antropologico, giacché la sua durata sembrerebbe chiudersi prima ancora, con Hiroshima: quando l'umanità si è resa conto di poter cancellare la specie umana e di ragionare dunque contro se stessa.
Alle poesie dei compagni Realisti Terminali in merito ad Hiroshima e a Nagasaki, frutto dei due incontri svoltisi a Milano il 6 e il 9 agosto 2021, nelle rispettive librerie Bocca e Popolare, ho voluto poi aggiungerne una mia.

Beppe Mariano

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Guido Oldani

Guido Oldani è il fondatore del Realismo Terminale; è nato nel 1947 a Melegnano (Milano). È presente sulle principali riviste letterarie; suoi testi poetici sono comparsi in antologie, in siti dedicati e in rassegne di festival di poesia. Collabora al quotidiano “Avvenire”. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo Stilnostro, Edizioni Cens, Milano 1985; Sapone, Edizioni «Kamen», Piacenza 2001; La betoniera, LietoColle, Faloppio 2005; Med ord och utan, Tranan, Stockholm 2008; Betongfjärilar, Tranan, Stockholm 2018. Con Mursia, dove dirige la Collana di poesia Argani, ha pubblicato Il cielo di lardo (2008), Il realismo terminale (2010), La guancia sull’asfalto (2018), Dopo l’Occidente. Lettera al Realismo Terminale (2021). Nominato membro dell’Accademia Internazionale «Le Muse», Firenze 2006, ha ricevuto il Premio alla carriera Città di Acqui Terme, 2010, il Premio National Talent Gold Fondazione Zanetto Brescia, 2012, il Premio FestivalArt Spoleto, 2013 e il Premio alla carriera all’International Festival of Poetry & Liquor di Luzhou, Cina 2019. Nel 2021 è stato nominato Coordinatore Nazionale del World Poetry Movement (WPM).

6/9 agosto 1945

 
(per G. Langella)

è liquida la gente a nagasaki,

simile ad un braciere quand’è spento

coi visi come arrosti senza pianto.

nella storia dello sterminio umano

quello fu il peggior male in un secondo

e hiroshima schiattò tre giorni prima;

da lì s’imbastardisce la memoria

e l’intellettuale parli d’altro

o non avrà mai posto nei massmedia,

dove chi c’è di già, fa solo il guitto,

nel mentre lo si usa come sedia.

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Marco Bruni

Nasce a Massa Marittima il 09/03/1964, dove risiede attualmente con la sua famiglia. Studia musica -flauto traverso e composizione- al Conservatorio L. Cherubini di Firenze. Contemporaneamente pubblica diversi volumi di poesia. Negli anni 2000 conosce il maestro Gianpaolo Bonesin, insegnante d’arte alla facoltà di Venezia, che lo inizia alla pittura e scultura ottenendo ottimi risultati. Ha esposto a Budapest, Firenze, La spezia. È artista dell’anno 2020, per la pittura, ha ricevuto la targa Maestri d’Italia e quest’anno la palma d’oro e l’oscar per le arti visive. È presente su riviste di arte, ha ricevuto moltissimi premi per la sua poesia, è stato premiato dalla grande e stimatissima Tina Piccolo a Pomigliano d’Arco “I protagonisti dell’arte e della scienza”, ha pubblicato diversi volumi di poesia e narrativa. Con il flauto ha suonato in vari teatri italiani e per i 150 anni dell’unità d’Italia si è esibito nella sala Spadolini al Senato e alla Camera alla presenza di Giuseppe Trieste. Come compositore con le sue melodie è stato riconosciuto autore pacifista ed umanista del XXI secolo. Nel tempo gli è stata consegnata la laurea honoris causa in Arte Musica Spettacolo. Ad agosto 2021 è stato nominato a vita Herald of world of poets dal Presidente dell’unione mondiale dei poeti. Ha vinto il festival dell’arte classificandosi al primo posto in Romania.

Anonimia

L'ossigeno è un quadrato di malaria,

sconosciuta planimetria, si muove

come orologeria programmata

dentro l'ago ripieno del vaccino

nel tubo triste di un respiratore

un rosario fra mani come croci

dentro trasfusioni d'indifferenza.

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Pino Canta

Giuseppe Canta nasce a Caltanissetta nel 1952. È laureato presso la facoltà di Architettura del Politecnico di Milano, città dove si è trasferito dal 1977. Ha svolto il lavoro di insegnante. È stato vicino a varie riviste tra cui Antigruppo Palermo. Poeta lineare, dialettale, sperimentale e visivo, ha pubblicato dieci raccolte di poesie. Presente in alcune antologie, fa parte del Realismo terminale dal 2017.

Ghisa Hiroshima

Nell'acqua fiori di loto

come lumini di lapidi

cieli azzurri

fattisi ghisa

mani nei capelli le creature

capovolte dalla bufera radiante

che ha segato tutto

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Igor Costanzo

Igor Costanzo (1980). Poeta, insegnante e personaggio televisivo. Si è laureato a Verona in Lettere e Filologia moderna. Attualmente insegna a Brescia. Cura la rubrica Tracce di Poesia per il quotidiano Bresciaoggi. Dedica tutta la sua vita alla poesia, collaborando, tra gli altri, con Jack Hirschman, Lawrence Ferlinghetti, Alda Merini e Guido Oldani. È autore di cinque libri tradotti e pubblicati in arabo, ebraico, spagnolo, polacco, inglese, norvegese, sloveno, francese e in cinese dal poeta Gao Xing. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti ed è invitato ad eventi letterari in tutto il mondo. Dal 2018 fa parte del movimento letterario Realismo Terminale. Ha tradotto per le edizioni di Mursia “Il fuoco e il nero” del poeta cinese Jidi Majia, e curato l’antologia poetica “Killer pentiti contro i Realisti terminali”.

9 Agosto

I più fortunati divennero patatine fritte

degli altri non si seppe più nulla,

il soffiatore americano levò

anche la polvere dalle strade

per la giusta scelta di chiudere

quella partita che aveva stufato,

se il male si misurasse a strati

giù avresti la bomba su Nagasaki

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Tania Di Malta

Tania Di Malta, Porto Empedocle (Ag) 12 settembre 1958, si approccia di nuovo alla poesia nel 2007, dopo una lunga pausa, sviluppando negli anni successivi i suoi due primi libri: Aquiloni sul mare nella notte e Addio ai Girasoli, editi da CTL. Si avvicina al Realismo Terminale nel 2017, entrando come membro attivo del movimento, di cui è portavoce, accostandosi a Guido Oldani e Giuseppe Langella, con i quali collabora in varie pubblicazioni ed antologie. Alcune delle sue pubblicazioni sono: Almanacco di Puntoacapo - Il Realismo Terminale al bivio 2018; Oblio- Osservatorio Bibliografico Letteratura Italiana Otto-novecentesca - Gli assemblage di Pino Canta-2020; Fuori/Asse La Pietas- L’ulivo un computer sempreverde 2020; Fuori /Asse - Poesie varie-2020; segue una rubrica sul Realismo Terminale nella rivista Oceano News. Incaricata dall’Opi (Ordine professioni infermieristiche); ha curato un progetto, basato sul Realismo Terminale, per il bicentenario di Florence Nightingale, in seguito inserito nel programma didattico nel corso di Laurea in Infermieristica di Pesaro. Ha inoltre curato la Trilogia di poesia civile Christmas Blues e il Realismo Terminale 2020, Carnevale dei Piedi Maschere e Mascherine e Lo Sgabello Degli Angeli edita da You Publy.

Flash

Accadde in agosto un bel reportage

nel cielo s’aprì il sesto sigillo

non ci fu il tempo di mettersi in posa

flash di dentina e di denti d’oro.

 

Le bombe di grido i fotoreporter

padri di figli con pinne per dita

sepolti tricicli al posto dei bimbi

lì dove l’erba mutò in cemento.

 

L’anima monda fu un volantino

pagarono pegno con un linfoma

zitti, muti e chini, sembrava Pompei

fu un bell’Happy End … e … the show goes on…

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Izabella Teresa Kostka

Izabella Teresa Kostka nata a Poznań (Polonia), risiede a Milano. Ha conseguito una laurea magistrale in pianoforte, è scrittrice e poetessa, giornalista freelance, traduttrice e organizzatrice di eventi culturali. Caporedattrice del blog culturale “VERSO – spazio letterario indipendente”, redattrice e collaboratrice del portale giornalistico "Alessandria Today" e del mensile polacco "Bezkres/Infinito". Ambasciatrice ufficiale del Realismo Terminale per la Polonia. Ha ottenuto numerosi premi nazionali e internazionali per l’attività artistica e letteraria svolta (anche negli Stati Uniti d'America), ha pubblicato dieci libri di poesie, le sue opere sono presenti su molte prestigiose antologie tra cui “Novecento non più. Verso il Realismo Terminale” con lettera di Guido Oldani (La Vita Felice), "L'occhio di vetro" (Mursia).

8.15

È un forno a microonde

la città sotto un ciliegio

dove friggono come i polli

madri, padri e bambini.

Qualcuno ha tolto la corrente

fermando le urla

come l'orologio di un timer

esploso alle otto e quindici.

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Emanuela Gelmini

Emanuela Gelmini è nata nel 1973 in Valle Camonica (BS) e da tempo vive sul Lago di Garda. Dopo la maturità classica e due borse di studio presso gli atenei tedeschi di Lüneburg e Konstanz, si è laureata con lode in Lingue e Letterature Straniere all’Università degli Studi di Pavia. Nel 2014 -2015 si è distinta in alcuni premi di poesia e nel 2018 ha pubblicato la sua prima raccolta poetica intitolata “I miei demoni danzanti”; nel 2019 ha conosciuto e seguito con interesse il Realismo Terminale fondato da Guido Oldani, aderendo poi ella stessa recentemente al movimento.

Dal 2016 unisce passione per la letteratura e professione, grazie alle cattedre di tedesco e inglese presso istituti superiori e licei in provincia di Brescia.

Il bowling

Rotola sulla gente di Hiroshima

come la palla veloce del bowling,

i suoi viali come corsie,

e i morti, numeri da tabellone.

Rotola la nube, strano gioco,

esulta il pilota yankee sul fungo,

ma poi digrigna i denti, non ha vinto.

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Annachiara Marangoni

Annachiara Marangoni di origine veronese, è pedagogista clinica, lavora e vive a Trento da più di vent’anni. Di formazione dapprima scientifico sanitaria e poi successivamente umanistica, fa parte del movimento poetico Realismo Terminale, fondato dal maestro Guido Oldani.

Già autrice nel 2013 delle raccolte poetiche “Nerooro” e nel 2019 “Il corpo folle”, collana I Gigli, editi da Montedit (MI), ha pubblicato per l’editore Aletti una plaquette raccolta nel volume Enciclopedia dei Poeti Contemporanei, 2021. I suoi testi sono raccolti nei volumi antologici curati da Tania Di Malta, nel 2021 titolati Christmas Blues, Il Carnevale di piedi e Lo sgabello degli angeli.

È presente come poetessa realista terminale in alcune pubblicazioni e riviste culturali.

Nipponia

Il mondo ha in Oriente il suo braciere,

d’uomini arrosto senza le verdure

ed il gioco non smette di bruciare.

E poi c’è il podio grasso del potere

che depone corone in fumo nero,

senza ricordo della gran paura,

sul Giappone che sembra inesistente

così da imbambolare la cultura.

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Francesco Sainato

Francesco Sainato è nato a Brescia nel 1986. Dopo avere prestato servizio presso l’Università Cattolica di Brescia, si è laureato nella stessa in Lingue, letterature e culture straniere nel 2016. Attualmente insegna a Brescia. La sua passione per la letteratura e la poesia lo ha portato nel 2016 alla pubblicazione di “Cambio verso (intima mente)”. Dal gennaio 2021 fa parte del Realismo Terminale, movimento poetico fondato da Guido Oldani.

Nagasaki fried chicken

La verità sta sotto le macerie

tra i postumi di una guerra mondiale

finita per sempre in modo infame.

“Così sarà la resa del Giappone,

friggete come pollo del Kentucky!”

hanno urlato il ragazzino e il grassone

cadendo su Hiroshima e Nagasaki.

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Camilla Sommadossi

Camilla Sommadossi nasce nel 1999 in terra trentina dove attualmente vive. È una persona con disturbo dello spettro autistico. Fin da piccola coltiva la sua passione per la scrittura e la poesia, che la conduce alla pubblicazione della sua prima raccolta di poesie “Il sogno”, edizioni Il Faro. Entra nel movimento del Realismo terminale del maestro Guido Oldani, grazie anche alla collaborazione con Annachiara Marangoni (rt) con la quale intraprende un laboratorio di poesia diretto dal maestro stesso, dal quale provengono i testi poetici più recenti. I suoi testi sono raccolti nei volumi antologici del 2021 curati da Tania Di Malta titolati “Christmas Blues”, “Il Carnevale dei piedi”, “Lo sgabello degli angeli” e nell’antologia curata da Igor Costanzo pubblicata on line da Mursia Edizioni, titolata “Hacker pentiti contro il realismo terminale”.

Ricordo di Hiroshima e Nagasaki

La folle conquista è l’uccisione

spessa lente indossa il soldato

che con spirito assente esegue.

Vittoria è la fossa comune

anime perdute nell’ingordigia

la bomba rende vile l’assassino

coscienza sporca con mani pulite.

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Stefano Torre

Nato nel 1965 a Piacenza, dove vive. Poeta Realista Terminale, astrofilo, blogger, influencer, giocatore di Subbuteo, ex candidato sindaco surreale, soggetto clinicamente distonico e uomo bionico. Negli anni Novanta è stato tra i promotori in Italia del movimento d’opinione contro l’inquinamento luminoso. Nel 2017 si è reso protagonista di una surreale candidatura a sindaco di Piacenza, con una campagna elettorale basata esclusivamente sulla presa in giro dei politici. A lui è dedicato il romanzo di Marcello Pollastri, Torresindaco, (2017), con prefazione di Andrea Scanzi. È autore della raccolta di poesie Marinai e poeti sono tutti morti, poesie di stelle (1994) e Il cristallino di piombo (2020), con prefazione di Guido Oldani; ha dato alle stampe le riflessioni, pubblicate nel suo blog dal giugno 2019 al settembre 2020, col volume L’erede al trono di Danimarca (2020). I suoi testi poetici sono inseriti nelle antologie Hacker pentiti contro i Realisti Terminali, a cura di Igor Costanzo, Mursia 2021, Christmas blues e il Realismo Terminale (2021), Il carnevale dei piedi. Maschere e mascherine (2021) e Lo sgabello degli angeli (2021), trilogia a cura di Tania Di Malta, sono stari pubblicati nelle riviste «Coelum», «BezKres» e comparsi in rassegne di festival di poesia.

Hiroshima

Il vento di sabbia e di sale graffia via le labbra,

Esplodono gli occhi ai manichini dentro le vetrine

Guardando un cielo di frammenti di vetro.

Vomiti l’uomo che hai dentro

Il ragazzino si è preso molte vite

Ha aperto l’inferno come un barattolo di latta

Mentre si innalza come fumo

la preghiera a sua santità il Demonio.

 ============================================================

Beppe Mariano

Beppe Mariano vive ai piedi (lunghi) del Monviso. Dopo un' esperienza formativa attraverso le riviste letterarie (segnatamente negli anni Settanta, insieme con Sebastiano Vassalli, "Pianura", a fine secolo "Il cavallo di Cavalcanti", "In limine" dell'Università di Tor Vergata e recentemente la rivista universitaria brasiliana "Mosaico italiano") nel 2007 nella Lyra di Interlinea ha pubblicato "Il passo della salita" con note di Sebastiano Vassalli e Giovanni Tesio. Nel 2012 Aragno pubblica "Il seme di un pensiero” (Poesie 1964-2011), vincitore dei premi Ada Negri, Guido Gozzano, Arenzano, Terre di Liguria e premiato al Sandro Penna. Nel 2018 pubblica da Interlinea "Attraversamenti" (premio giuria popolare al PontedilegnoPoesia), con note di Giovanni Tesio e Gianni D'Elia. Nel 2019 con l'introduzione di Guido Oldani "Il Monviso e il suo rovescio", Mursia, vincitore del prestigioso Premio Lerici-Pea. Nel 2019 gli è stato conferito il Premio Guido Gozzano alla carriera. È presente in una ventina di antologie tra le quali "Vozes, cinco decadàs de Poesia Italiana", Rio de Janeiro, 2017. Nel 2020 ha aderito al Realismo Terminale.

Compendio scolastico

Cos'è il Novecento?

Secondo Hobsbawm è il secolo breve.

Due guerre lunghe trent'anni, complessivamente

e una fredda, ma bollente di paura,

come una minestra atomica invece che di verdura,

fino all'abbattimento del muro di Berlino.

Secolo breve...anzi, brevissimo

poiché sembra chiudersi prima,

con Hiroshima.

Grazie agli americani si ha il massimo raggiungimento:

fare più morti di sempre nella più piccola unità di tempo.

È la velocità invocata dal futurismo

che una trentina d'anni dopo si è realizzata.
nascondere nagasaki, poesia, realismo terminale,
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