Stirner M.: L'unico e la sua proprieta'
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Pubblicata per la prima volta a Berlino nel 1845, l’opera di Stirner ha influenzato molta parte della cultura contemporanea: dalla filosofia del diritto al pensiero politico, pedagogico e teologico. Inquietante, radicale, non classificabile dalla cultura ufficiale che infatti l’ha ignorata per molto tempo, quest’opera mantiene intatta la sua caratteristica di provocazione filosofica. L’attualità di Stirner è nel suo nichilismo esistenziale che porta fino al paradosso il razionalismo tipico dell’illuminismo e prepara terreno alla filosofia dell’esistenza (Nietzsche, Heidegger, Jaspers). A un secolo e mezzo dalla sua stesura questo testo affronta i temi che inquietano l’uomo di oggi.
MAX STRINER è lo pseudonimo di Johann Casper Schmidt (Bayeruth 1806 - Berlino 1856). Figlio di un intagliatore di flauti, sulla sua vita si sa ben poco. Terminati gli studi universitari, dal 1839 trova impiego come insegnante in una scuola privata. Alla fine del 1844, dopo aver abbandonato l’insegnamento, pubblica con l’editore Wigand di Lipsia, a cui faceva capo il radicalismo politico e filosofico del momento. L’Unicoo e la sua proprietà, primo libro di Schmidt, che si firmava Stirner come già in vari articoli comparsi su giornali e su riviste nei tre anni precedenti. L’opera è dedicata alla seconda moglie dell’autore, Marie Dähnhardt, che presto si dividerà dal marito, lasciandolo nella più completa solitudine. Stirner muore nel giugno del 1856, a pochi mesi dai cinquant’anni, oppresso dai debiti.