Dostoevskij F.: Il sogno dello zio
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Dostoevskij F.
Il sogno dello zio
il sogno dello zio (1858) è una godibile, ben congegnata commedia degli intrighi, che ha il pregio di farci conoscere un Dostoevskij insolito: ironico e, a volte, anche comico. Ma è anche qualcosa di più. Sogno è la parola chiave per penetrare più a fondo, sogno come qualcosa di ingannevole, un'illusione, addirittura un incubo per alcuni dei protagonisti: il sogno del principe K. è apparire giovane e attraente, ma alla fine i suoi posticci sono scoperti: il sogno di Marja Aleksandrovna è vedere Zina sposata al principe, invece verrà travolta da uno scandalo; il sogno di Zina è rimanere fedele e innamorata del suo Vasja, eppure diventerà anch'essa la rispettabile moglie del governatore, e infine il sogno del principe, quello in cui pensa di aver chiesto Zina in moglie, causa di tutti gli intrighi, un sogno falso, una realtà inventata, emblematico del gioco perverso della menzogna a cui tutti soggiacciono.
FËDOR DOSTOEVSKIJ (1821-1881), figlio di un medico militare stravagante e dispotico, ebbe una infanzia e una adolescenza segnate da una salute cagionevole e da ristrettezze famigliari, illuminate solo da una profonda passione per la lettura. Terminati a ventidue anni gli studi presso la Scuola Militare per ingeneri di Pietroburgo, si indirizzò verso l'attività letteraria. Risale a quegli anni il suo primo romanzo Povera gente (1846), subito seguito da Il sosia. Arrestato e condannato a morte per cospirazione, ebbe la pena commutata in quattro anni di bagno penale trascorsi, tra sofferenze e patimenti, nella fortezza di Omsk. Tra le sue opere si ricordano: Umiliati e offesi (1861), Memorie del sottosuolo (1864), Delitto e castigo (1866), I Demoni (1871-72), L'Adolescente (1875), I fratelli Karamazov (1879-80).