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Potentemente visionaria, cupa e nient'affatto consolatoria, la lirica tozziana ci svela un'anima tormentata e inquieta, alla ricerca della salvezza in un mondo che appare dominato dalle tenebre. Esemplificata nelle due raccolte maggiori, il poema La città della Vergine e Specchi d'acqua, la poesia del grande narratore è infatti costantemente in bilico tra l'ansia di redenzione e la consapevolezza schiacciante della condanna alla sofferenza a cui l'uomo è destinato in terra. In essa si riflette interamente il disagio tutto novecentesco di Tozzi che affida ai versi il compito di illuminarci sul dualismo di fondo tra materia e spirito, bontà e cattiveria. Coniugando la passione per gli antichi scrittori medievali e lo studio della moderna psicologia prefreudiana, la poesia di Tozzi si colla a metà strada tra modernità e tradizione, eccentrica suo malgrado rispetto alla grande lirica italiana tra Ottocento e Novecento.
Federico Tozzi, nota a Siena il 1° gennaio 1883, ha trascorso nella Città della Vergine gli anni importanti dell'adolescenza e dell'apprendistato artistico. È morto a Roma, dove viva dal 1914, nel marzo del 1920. Romanziere, poeta, critico letterario è autore, tra le molte opere, di Con gli occhi chiusi e Tre croci.
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