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Dostoevskij F.: Netocka Nezvanova

: In listino

: Letteratura

: Ugo Mursia Editore

Prezzo di listino €14,00 €14,00

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Netocka Nezvanova
Fedor Dostoevskij

"Ho cominciato a ricordarmi di me stessa assai tardi, soltanto dal nono anno. Non so come mai tutto ciò che mi era accaduto prima di quell’età non abbia lasciato in me nessuna impressione chiara, che ora potrei ricordare."

Pagine: 168
Codice: 21645
Prezzo: 14,00
EAN 9788842542483
Collana: I classici GUM

 


 

Anna, chiamata affettuosamente Netocka, ormai adulta racconta la sua infanzia di stenti, quando viveva con i genitori in una sudicia e maleodorante soffitta di Pietroburgo. Efimov, che da sempre lei aveva creduto suo padre, è in realtà il suo patrigno: un violinista di scarso talento, che per i suoi insuccessi e l’invidia che nutre nei confronti delle fortune altrui, fa vivere ai suoi famigliari un’esistenza triste e misera. Quando Anna perde i genitori è accolta in un’altra famiglia, un mondo per lei nuovo, lussuoso e principesco, ma permeato dalla stessa miseria e inquietudine affettiva. Si aprono per Netocka nuovi orizzonti, ma sempre fondati su basi fragili di rapporti compromessi dalla solitudine, dalle incomprensioni, dalla tristezza divenuta a poco a poco malattia. Un destino inesorabile e senza speranza, illuminato solo dalla passione per la musica, che Netocka eredita dal patrigno. La deportazione impedì a Dostoevskij di terminare quest’opera che, pur nella sua incompiutezza, contiene tutti i temi della prosa del grande scrittore russo: la miseria materiale e morale, la solitudine, la speranza.

 


L'autore

Fëdor Michailovic Dostoevskij nasce a Mosca nel 1821 da una famiglia nobile decaduta. Frequenta la scuola militare a Pietroburgo e si iscrive poi alla facoltà di Ingegneria. Parallelamente agli studi inizia a leggere e a tradurre i classici francesi e dopo la morte del padre si dedica completamente alla letteratura. Nel 1846 pubblica prima il racconto Povera gente e poi il romanzo Il sosia, che riscuotono grande successo. Nel 1849 viene arrestato con l’accusa di cospirazione e condannato a morte. All’ultimo momento l’esecuzione viene commutata in quattro anni di lavori forzati in Siberia. Al ritorno compone i suoi capolavori: Umiliati e offesi (1861), Delitto e castigo (1866) e L’idiota (1869). Costretto a lasciare la Russia per sfuggire ai creditori si rifugia all’estero, dove vive di stenti, passando dalla Germania alla Svizzera, alla Francia, all’Italia. Di ritorno in Russia, pubblica I demoni (1871) e infine I fratelli Karamazov (1880). Muore a Pietroburgo nel 1881.


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